Testimonianze

Servizio Civile in Mozambico: l’esperienza di Giacomo

10 Gennaio 2024

    Giacomo Agostino è un volontario del servizio civile che lavora da diversi mesi insieme a CEFA a Beira, in Mozambico. Abbiamo avuto l’opportunità di fargli qualche domanda per comprendere meglio la sua scelta ed esperienza con il Servizio Civile Universale.

    Come hai capito di voler fare il servizio civile?

    L’ho capito mentre stavo lavorando in azienda. Era tutto molto focalizzato sul profitto, il fatturare, guadagnare e la massima produttività. Mi son detto “aspetta un attimo”. Li ho capito che volevo provare a cambiare, lanciarmi su qualcos’altro. Mi sono preso del matto da tanti.

    Che tipo di formazione hai?

    Ho fatto tecnologie agrarie. Ho infatti scelto il CEFA perché sapevo che storicamente si occupa di progetti di agricoltura in Africa da tanto tempo.

    E adesso com’è per te mettere in pratica in un paese come il Mozambico le conoscenze tecniche che hai imparato nel tuo percorso?

    Ad oggi siamo su una fase in cui non sto applicando conoscenze propriamente tecniche, quindi non sto facendo assistenza tecnica agli agricoltori. Ciò non toglie che più avanti possa partire un progetto sulla progettazione degli orti, quindi magari mettere in pratica anche queste cose; in ogni caso mi trovo ad avere a che fare con agricoltori e allevatori soprattutto.

    Com’è stato l’impatto con la comunità degli allevatori e degli agricoltori locali?

    All’inizio sono stati diffidenti nei confronti delle novità. Loro sono radicati, giustamente, nelle proprie tradizioni, perciò è molto difficile acquisire la fiducia. Ci vuole tanta pazienza.

    Come si supera questa diffidenza?

    Si supera facendo qualche piccolo passettino alla volta. La persona si fida di ciò che dici, vede che ci stai dentro e non gli stai dicendo una cosa stupida e a quel punto puoi spingerti un altro poco e quindi mettere insieme un altro tassello. Per fare cooperazione si deve entrare in punta di piedi: comunicare è essenziale.

    Perché proprio in Mozambico?

    Volevo partire, volevo vivere questa esperienza e volevo andare lontano, quindi mi son detto: parto e vado con questa idea di fare agricoltura e mettermi al servizio, fare volontariato. Non mi interessava il luogo in sé.

    È tra i paesi più lontani tra quelli in cui lavoriamo. Ti pesa mai tutta questa distanza da casa?

    Sono partito con la voglia di vivere emozioni ed esperienze estremamente intense. La verità è che quando esci di casa, quando prendi un volo, e sei all’interno del contesto e dell’esperienza, ci stai dentro, puoi essere a venti ore di aereo o quattro ore, un’ora, comunque sei lì. Non sento troppo la distanza, alla fine nel 2024 i mezzi di comunicazione li abbiamo, sei sempre in contatto con qualcuno.

    Raccontaci una tua giornata tipo

    Arrivo in ufficio e si comincia a lavorare. La giornata poi dipende dal progetto che c’è, dalle attività, dal periodo. A volte si passa una giornata in ufficio a pianificare le attività del progetto. Altre volte si esce e si va in campo. Si va nella scuola a fare distribuzione di latte oppure si può andare nella cooperativa a parlare con gli allevatori e a fare le dimostrazioni culinarie. Poi naturalmente durante il tragitto ci si aspetta la qualunque: la macchina che non va, il motore che non si accende: il tragitto è un po’ un viaggio, un’esperienza. Dopo il lavoro invece si stacca la testa, ci si incontra con gli amici, altri cooperanti e volontari in servizio civile con cui condivido l’intera esperienza.

    Che progetti hai per il futuro?

    Sto pensando se questa può essere una cosa che vorrei fare anche nei prossimi anni, a lungo termine, perché è figo ma al tempo stesso non facile. Si tratta di una scelta di vita, e in quanto tale comporta dei sacrifici. Comunque posso dire di voler continuare a lavorare nel settore dell’agricoltura sociale, con maggiore sostenibilità etica e ambientale.

    È ora aperto il nuovo bando per il Servizio Civile. Che consiglio daresti ai futuri volontari che ci leggono?

    Il mio consiglio è non farsi troppe aspettative. Bisogna partire con la voglia di mettersi al servizio, voglia di fare e lavorare. Bisogna essere aperti a quello a cui ci si trova davanti. Per me è stato così,

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