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In Kenya, anche l’ultima stagione delle piogge è saltata

5 Ottobre 2022

    Il Kenya insieme al resto del Corno d’Africa sta attraversando una fra le peggiori siccità degli ultimi 40 anni. Abbiamo parlato di nuovo con Beatrice Adeny, la field coordinator di CEFA nella contea di West Pokot, per capire com’è cambiata la situazione dopo l’ennesima stagione delle piogge mancata e come CEFA sta lavorando per rimanere accanto alle comunità della contea.


    Com’è andata l’ultima stagione delle piogge e com’è la situazione ad oggi in Kenya?

    Solitamente la stagione delle piogge inizia a Marzo e si conclude a Maggio. Quest’anno i tassi di pioggia sono inferiori alla norma, ha iniziato a piovere tardi e naturalmente la mancanza di pioggia ci colpisce duramente, essendo West Pokot una zona arida. Purtroppo un altro problema importante è che il più delle volte gli agricoltori, senza le nostre formazioni, non sono preparati: non riescono a capire quando iniziare a piantare e a preparare il terreno.

    Come CEFA rimaniamo accanto agli agricoltori della contea continuando a fornirgli sementi per una maturazione rapida, come i fagioli verdi e l’insalata, per ottenere un po’ di raccolto e mantenere una dieta diversificata.

    La crisi economica globale sta colpendo duramente anche il Kenya e i villaggi più remoti del paese?

    Purtroppo la crisi economica ci sta colpendo duramente: l’aumento del prezzo del carburante ha influito notevolmente sulla produzione di riso su tutta la regione. Ogni volta che aumenta il prezzo del carburante, questo si ripercuote su ogni cosa. Nelle zone di Masol, l’effetto dell’aumento dei costi ci ha colpiti in modo particolare.  Potrei fare alcuni esempi: il prezzo del mais negli ultimi due mesi era salito a quasi 280 scellini.

    Il CEFA ha poi contribuito con la costruzione del sistema di irrigazione a Parasany: il mais raccolto nel villaggio grazie all’irrigazione ha contribuito ad abbassare il prezzo del mais sul mercato. Questo è stato anche in grado di aiutare l’effetto negativo sulla regione, ed il prezzo è sceso tra 120 e 150 scellini. Questo però purtroppo non durerà, anzi il mais tornerà presto a raddoppiare e durante i prossimi mesi i prezzi si alzeranno di nuovo. 

    C’è Preoccupazione per il futuro?

    Chiunque vorrebbe guardare a soluzioni a lungo termine. Il problema nella regione è che ogni volta che le comunità sono in grado di sviluppare le proprie risorse, come l’acquisizione di risorse a livello familiare, un sistema di irrigazione e lo sviluppo delle proprie colture, la siccità colpisce a lungo e le comunità finiscono per perdere tutto. 

    Un altro problema evidente è che i contadini non hanno alternative, quando non ce la fanno, tagliano gli alberi e producono carbone per venderlo al mercato. Questo mette a rischio la sostenibilità dei punti d’acqua e dei corpi idrici. Le sorgenti e le acque sotterranee tra 10 anni potrebbero non esistere più. Siamo arrivati a un punto in cui dovremo trovare un intervento per poter affrontare questa situazione. Le comunità devono rendersi conto che esistono colture resistenti alla siccità: se si investe su di esse sono in grado di aiutare gli agricoltori e le loro famiglie. Per esempio stiamo cercando di sostituire il mais con il miglio, perché queste colture sono in grado di sostituire i cereali di cui abbiamo bisogno. Anche con i fagioli che maturano velocemente e sono resistenti riusciamo a fornire alle famiglie una dieta diversificata.

    Quali sono le risposte che come CEFA stiamo portando alle comunità della contea?

    L’acqua è un reale problema da risolvere e il nostro intervento dipende proprio da essa. I punti d’acqua che vogliamo sviluppare possono essere utilizzati per il bestiame e per riempire le taniche delle famiglie. Un’altra cosa davvero importante è l’accesso al credito per migliorare le attività commerciali e non permettere alle persone di distruggere l’ambiente. 

    È necessario inoltre affrontare i problemi di nutrizione, poiché una comunità sana può contribuire positivamente per l’intera regione. A tal proposito abbiamo individuato colture che possono dare buoni risultati, come le patate dolci. Dobbiamo aprire le aree di accesso alle zone rurali in modo che le comunità possano accedere alle strutture e ai mercati, i bambini possano andare a scuola in modo da cercare di ridurre quanto possibile l’analfabetismo, che rimane un grosso problema. Come CEFA dobbiamo incoraggiare l’alfabetizzazione dei bambini e far sì che sappiano quando produrre i raccolti, conoscere i benefici dell’agricoltura.

    Quali sono i prossimi passi?

    Presto costruiremo 5 nuovi punti d’acqua dallo stesso fiume, in modo da pompare l’acqua per servire 5 diversi villaggi. Quindi un abbeveratoio per gli animali, per il bestiame, per le mucche che soffrono molto la sete e la fame. E naturalmente una pompa per il consumo umano. 

    Si tratta di 5 villaggi che hanno un numero diverso di persone. Alcuni di essi contano fino a 300 case, altri 100. In totale sosterremo circa 1000 famiglie per  6000 persone. Ci rivolgiamo anche alla popolazione animale che è enorme. Per quanto riguarda gli animali, si tratta di circa 5000 animali tra capre, pecore e bovini. Speriamo di poter portare anche in questi nuovi villaggi soluzioni alla crisi economica e climatica che sta duramente colpendo l’intera regione.