Libia, 10 giorni dopo l’alluvione
Nell’intervista a Radio Vaticana, Federico Ponti, responsabile CEFA in Libia, racconta la situazione tragica che sta vivendo il paese a seguito dell’alluvione, e spiega i primi passi da intraprendere per fronteggiare l’emergenza.
Il 10 settembre, l’uragano Daniel ha colpito diversi governatorati dell’est della Libia, portando con sé distruzione e disperazione. Si tratta del più recente evento meteorologico estremo legato agli effetti del cambiamento climatico. La città di Derna è oggi al centro dell’attenzione a causa del crollo di due dighe che hanno causato inondazioni devastanti. Questo evento ha distrutto il 50% degli edifici della città.
Attualmente, le Nazioni Unite stimano che ci siano 13.000 morti e dispersi, ma questo numero è difficile da confermare a causa delle operazioni di salvataggio in corso. Il crollo delle infrastrutture e delle strade sta ostacolando gli sforzi di soccorso, rendendo la situazione ancora più critica.
Al momento, il CEFA è nella fase di preparazione delle attività di soccorso. Stiamo partecipando attivamente ai gruppi di coordinamento con enti e organizzazioni locali, grazie al nostro staff libico sul campo. A partire dalla settimana prossima inizieremo la distribuzione di beni di prima necessità, tra cui cibo, articoli igienici, e medicinali per le infrastrutture ospedaliere rimaste operative, che al momento sono sovraffollate a causa della distruzione delle strutture sanitarie locali.