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In Marocco arriva l’inverno: continuano le distribuzioni per le comunità colpite dal sisma

13 Novembre 2023

    A due mesi dal terremoto che ha scosso il Marocco, il freddo comincia a pungere sulle montagne dell’Atlante. 4 milioni e 200 mila persone si preparano ad affrontare un inverno che sarà più duro del solito, la maggior parte di queste risiede in villaggi che tra poche settimane, con l’arrivo della prima neve, resteranno isolati. CEFA ha deciso di intervenire ed ha risposto prontamente a questa situazione di emergenza cominciando fin da subito a fornire aiuti e assistenza alla popolazione colpita.

    “Inizialmente, abbiamo vissuto momenti di grande paura. Tuttavia, dopo pochi giorni sono arrivati i primi aiuti. I soccorritori ci hanno fornito acqua, elettricità e un rifugio dove dormire. Sono stati anche distribuiti beni di prima necessità.”
    Amina – Persona sfollata dal terremoto del 8 settembre.

    Tende rinforzate, materassi, coperte e beni di prima necessità sono stati consegnati e si continuano a distribuire nei villaggi della provincia di El Haouz, epicentro del sisma, di Chichaoua e di Taroudant, anch’esse duramente colpite, per permettere alle famiglie di avere un rifugio il più caldo e sicuro possibile durante i prossimi mesi. 

    Al momento, abbiamo bisogno di un forno per il pane e di una casa. L’altro giorno, quando ha piovuto, l’acqua è entrata nelle tende. Ci sono uomini che non dormono per monitorare se l’acqua entra dove dormiamo.

    Gravi conseguenze si riversano anche sull’educazione scolastica:

    Le ragazze del villaggio hanno preso in mano la situazione. Per gli studenti delle scuole medie, hanno organizzato lezioni divise in due turni, uno al mattino e uno al pomeriggio, garantendo a tutti la possibilità di continuare a studiare. Altre persone si sono dedicate a fornire libri e materiale scolastico.

    Sul terreno i nostri colleghi e volontari hanno trovato una popolazione tenace e piena di speranza, che sta cercando di trarre il meglio da una catastrofe naturale che, se da un lato ha azzerato anni di lavoro e sacrificio di numerose famiglie, dall’altro è stata vista come un’opportunità.

    Rachid ci racconta:

    Il terremoto in fin dei conti ha avuto il suo riscontro positivo ora gli occhi del paese e non solo sono puntati su di noi, abitanti di zone troppo spesso ai margini e dimenticate. Speriamo che questa disgrazia serva a far capire che abbiamo bisogno di un intervento che possa permettere di far rinascere su queste montagne una vita che sia degna per le persone che le abitano”.

    A questo appello il CEFA vuole rispondere, continuando a fornire aiuti e supporto sia dal punto di vista logistico che psico-sociale, continuando a tessere quel legame con la società civile locale che da più di 25 anni la rende uno degli attori chiave della cooperazione nel paese maghrebino.

    Grazie al sostegno della Fondazione Prosolidar e dell’International Medical Corps, continuiamo le distribuzioni nei villaggi colpiti.