Un rubinetto connesso alla fine di un acquedotto lungo 43 km
Di Irene Sciurpa – Cooperante CEFA in Kenya
E pensare che gli ultimi 5km di acquedotto fino alla scuola secondaria per ragazze di Kriich non dovevano neanche esserci. E ce l’abbiamo portati noi, insieme. Da quel rubinetto ha iniziato a sgorgare acqua da giugno 2024. E quel rubinetto ha cambiato la vita a una comunità, una scuola, e , prima di tutto, a 78 ragazze.
78, che numero enorme! E pensare che erano solo 3 quando la preside è andata 2 anni fa casa per casa a scovarle, queste ragazze. E pensare che erano solo 38 le ragazze presenti la prima volta che sono andata a visitare quella scuola. E mi guardavano, tutte incuriosite, abbracciare e piangere insieme alla preside, Rose, mentre provavamo ad immaginare un futuro diverso per quella scuola costruita a metà.

Infatti la scuola non era mai stata finita, c’erano 4 mura, senza pavimento, con mattoni sparsi dentro ogni classe. Le ragazze dormivano dentro una casetta fatta di fango a terra. Se volevano lavarsi dovevano andare al fiume, se avevano le mestruazioni però dovevano andare a casa loro, perché non c’erano né mutande né assorbenti né acqua. “E il fiume?” penserete voi. Beh non lo potevano usare perché la comunità le accusava di “inquinare” l’acqua con il loro sangue.
A casa loro? E no, non fatevi ingannare dalla parola casa. Casa loro è tutto meno che sicura se sei una ragazza tra i 13 e i 17 anni, dove i matrimoni forzati, le gravidanze precoci e la mutilazione genitale femminile sono la norma. Quelle ragazze quando andavano a casa loro, alla meglio perdevano “solo” 7 giorni di scuola al mese, alla peggio non tornavano più. Sarebbero diventate madri o mogli, abbandonando per sempre la possibilità di uscire da quella trappola e immaginare un mondo (e un modo) diverso.


Ma poi è arrivato quel rubinetto, grazie alla nostra testardaggine e al vostro supporto. E ora di rubinetti ne abbiamo portati 3, insieme a una tanica per la raccolta dell’acqua da 5000 litri. Le ragazze ora riescono a mangiare due volte al giorno; e non solo riso e fagioli andati a male. Ma la sera prima di andare a letto si mettono a lavare le verdure del loro orto. E ora sanno coltivare. C’è anche un vivaio nella scuola adesso, dove le ragazze possono prendersi cura degli alberi per la riforestazione della foresta di Klaan, la loro foresta. E in più siamo riusciti anche a garantire uno stipendio pagato ai 6 professori per un anno, così che le ragazze abbiano un’educazione adeguata.

Le ragazze dormono ancora a terra; ma in una casa fatta di cemento. Le classi ora sono finite. Il governo dopo aver dimenticato la scuola per anni ora la ha finita, ora ci sono pavimenti, finestre e porte. “Irene, Avete messo la scuola al centro del mondo” mi ha detto la preside emozionata.
Ancora però le ragazze non hanno un lavatoio, si lavano a vicenda nascondendosi dietro i cespugli. E per 78 di loro c’è solo una latrina. Così durante la mia ultima missione gli abbiamo comunicato che CEFA li costruirà. C’è stato un grido di gioia. 78 grida di gioia.

La preside mi ha detto con orgoglio poi che l’anno scorso a dicembre 2023, 8 delle ragazze dell’ultimo anno hanno fatto gli esami. Sono passate tutte. 6 di loro con un voto così alto che gli garantirà accesso diretto all’università pagata dal governo. “Prima nessuna ce l’aveva fatta”, mi ha detto Rose.
E pensare che gli abbiamo portato solo acqua. “Solo”, certo.
Perché è proprio questo il motivo per cui facciamo quello che facciamo nell’unico modo possibile. È per questo che abbiamo dormito in tenda tra quelle montagne, senza elettricità. È per questo che vi chiediamo supporto. Per ridistribuire il nostro privilegio, per fargli scrivere la loro storia, per facilitare processi che sono già in atto. Per costruire nel mondo almeno un posto dove la paura che ci soffoca non abbia spazio. Che si parta delle periferie, dai margini, per farle diventare centro. Per questo anche voi continuate a credere in noi, perché il futuro lo possiamo indirizzare dove crediamo sia giusto, sebbene con tanto sudore.
E le madri delle ragazze? Loro sono diventate la rete di sicurezza della scuola, le abbiamo raggruppate in apicoltrici, agricoltrici, e produttrici di avocando. Gli abbiamo distribuito più di 750 piantine, 50 arnie e 75 kit per un’agricoltura sostenibile. Così che possano supportare la scuola e le ragazze.

E ora quando mi guardo indietro vedo una strada così irta, che mi ha riempito il cuore. Ma davanti a noi non vedo alcuna discesa: dobbiamo crederci tanto ancora tutti e tutt’e insieme, perché non avete idea di quanti grandi sono i nostri sogni.
Grazie col cuore, tutto intero.
Irene
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