Progetti

Mozambico: donne, orti e libertà

24 Aprile 2025

    La formazione delle donne nella gestione degli orti domestici in Mozambico procede con grande entusiasmo e partecipazione. In un contesto in cui la sicurezza alimentare e l’autosufficienza sono sfide quotidiane, imparare a coltivare in modo sostenibile può davvero fare la differenza.

    Durante le lezioni, le partecipanti stanno esplorando il mondo dell’agroecologia: dalla conoscenza del suolo alla costruzione dei semenzai –  uno spazio dedicato alla semina dei semi in un ambiente controllato, prima di trapiantare le piantine nell’orto o nel campo definitivo – passando per il compostaggio e le tecniche di agroforestazione. Ogni incontro è un passo verso l’autonomia, l’empowerment e la resilienza climatica.

    Tra i canti, il lavoro condiviso e la scoperta, nascono orti – e nascono anche nuove consapevolezze.

    Durante la prima lezione, le donne hanno fatto il loro ingresso nel mondo dell’agroecologia. Hanno studiato il suolo, analizzato le differenze tra i terreni, scoperto il valore della materia organica e appreso l’importanza della pacciamatura.

    Dopo aver parlato dei rischi della monocoltura, le partecipanti hanno ricevuto sementi di mais, miglio, sorgo, arachidi e fagioli. Con questi, hanno imparato a progettare un orto più resiliente, dove ogni pianta ha una funzione: coprire il suolo, arricchire il terreno, aumentare la biodiversità.

    Maria ci racconta:

    «Grazie a queste lezioni ora ho capito che posso coltivare in modo più intelligente e ottenere più cibo per la mia famiglia senza dipendere sempre dalla pioggia.»

    Durante la parte pratica, hanno tracciato le prime trincee per limitare l’erosione, costruito barriere frangivento con i fagioli boer e suddiviso l’orto in bancali rialzati, ricoperti poi da abbondante pacciamatura. Un primo passo verso un’agricoltura più consapevole.

    Il secondo incontro è stato dedicato al compostaggio. Le donne hanno imparato come trasformare gli scarti vegetali in una risorsa preziosa per i loro orti, riducendo gli sprechi e migliorando la fertilità del suolo.

    Lídia sorride mentre racconta:

    «Ora non butto più nulla, nemmeno le bucce. Tutto può servire per nutrire la terra.»

    Dalla teoria alla pratica, hanno costruito le prime pile di compost, alternando strati di materiali secchi e umidi, e imparando a evitare errori comuni come l’eccesso di acqua o la mancanza d’aria. Alla fine della giornata, sono tornate a casa con un nuovo strumento e un annaffiatoio sotto braccio: un piccolo simbolo di un grande cambiamento.

    Durante il terzo incontro, il focus si è spostato sulle piante orticole. Le partecipanti hanno ricevuto semi di pomodoro, melanzana, rucola, prezzemolo, coriandolo, barbabietola, cipolla e molto altro, scoprendo l’importanza di una dieta varia per contrastare la malnutrizione e l’anemia.

    Teresa, mamma di quattro figli, dice:

    «Ho capito che posso curare i miei bambini partendo dall’orto. La barbabietola che pianto oggi li farà stare meglio domani.»

    La lezione ha toccato anche il tema delle consociazioni: come mettere insieme le piante in modo intelligente per sfruttarne le sinergie. Nella parte pratica, le donne hanno costruito i loro semenzai usando materiali semplici, come fusti di banana o bastoni inzuppati d’acqua. Ogni seme messo a dimora è diventato simbolo di una possibilità.

    Infine, nella quarta lezione si è parlato di agroforestazione. Le partecipanti hanno approfondito l’uso degli alberi in agricoltura per creare ecosistemi più resilienti, produttivi e biodiversi.

    Fatima ci confida:

    «Non pensavo che un albero potesse aiutare anche il mio orto. Ora so che tutto è collegato.»

    Durante la parte pratica, sono stati piantati alberi di Leucaena e semi di Moringa, utili sia per il suolo che per la nutrizione. È stato poi il momento delle piante di banano: dalla potatura al trapianto dei polloni, ogni gesto è servito per capire come rendere le piante più vigorose. Anche i fagioli boer sono stati potati, con l’obiettivo di usare ogni residuo come pacciamatura, chiudendo il cerchio dell’agricoltura sostenibile.

    Ogni lezione è molto più di un momento di apprendimento: è un’occasione di scambio, di crescita collettiva, di futuro. Le donne stanno costruendo orti, ma soprattutto stanno costruendo autonomia, sicurezza e libertà.