Sviluppo di sesamo, ortaggi e miele a Caia in Mozambico – Somica



- DOVE: Provincia di Sofola, Distretto di Caia, Mozambico
- DURATA: 48 mesi
- BENEFICIARI: 8000 persone, di cui il 70% scelti tra orfani, vedove e gruppi vulnerabili
- DONATORI: MAE, UE, Avendo Srl, CEFA, Ls Lexjus Sinacta Bologna, COOP Alleanza 3.0, Ass. CEFA Ferrara, TU Italia Srl, Uniservice Srl, Iconsulting Srl, Last Minute Market Srl, Melamangio SpA
- PARTNER: CAM (Consorzio Associazioni con il Mozambico), COOPERMONDO, SDAE (Serviço Distritual Actividades Economicas), CDAC (Centro de Desenvolvemento Agropecuario de Caia)
Titolo originale: Sesamo, Ortaggi e Miele, rafforzamento del settore primario nel distretto di Caia – SOMICA
Il contesto
La zona di intervento di questo progetto è il distretto di Caia, a nord della provincia di Sofala, nel cuore del Mozambico, a circa 300 km da Beira. In questa zona, dove vivono circa 90 mila abitanti, la carenza di infrastrutture di base, oltre all’alto tasso di analfabetismo, fa sì che la maggioranza della popolazione viva in condizioni di estrema povertà.
Il nostro obiettivo
Il progetto vuole dare competenze e conoscenze ai beneficiari, al fine di migliorare la produzione di sesamo,miele e ortaggi oltre che a potenziare il settore dell’apicoltura attraverso delle tecniche sostenibili a salvaguardia dell’ecosistema. Nello stesso tempo si desidera stare al fianco dei contadini per migliorare la commercializzazione dei loro prodotti.
Il nostro intervento
Gli agricoltori saranno seguiti dalla fase della semina a quella della commercializzazione dei prodotti mentre gli apicoltori ricevono kit di apicoltura e arnie moderne che non uccidono più le api come succedeva in passato nella raccolta tradizionale del miele. Per migliorare la condizioni di vita dei piccoli produttori sono inoltre consolidate le realtà associative e stimolata la pratica del risparmio e del credito.
Questo progetto è cofinanziato dal Ministero degli Affari Esteri. I contenuti della presente pubblicazione sono sotto la sola responsabilità del CEFA e in nessuna circostanza possono essere attribuiti al Ministero degli Affari Esteri.
Perché il miele fa bene all’Africa?
L’apicoltura in Africa Orientale costituisce un settore di intervento di importanza strategica perché presenta notevoli margini di crescita.
Le api, infatti, svolgono un ruolo importante in agricoltura: contribuiscono all’impollinazione e aumentano la resa, il numero di semi, la dimensione e la qualità delle colture vicino agli alveari. La filiera del miele diversifica le fonti di sostentamento delle comunità rurali, aumenta le loro opportunità di reddito e la capacità di adattamento alle sfide del cambiamento climatico.
Per questo, CEFA lavora sulla filiera del miele in Kenya già da diversi anni, in particolare nel sud del Paese, nell’area di Nyanza e nella contea di Kitui, e recentemente in Somalia con nuovi progetti in corso di avviamento nell’area di Jowhar, Middle Shabelle.
In Kenya, nell’ambito di un progetto di rafforzamento dei mezzi di sussistenza delle comunità agro-pastorali di Kitui, si è costruita un’unità per l’estrazione e lavorazione del miele, dopo aver distribuito arnie moderne e formato gli apicoltori negli anni precedenti.
Prima dell’attivazione del progetto, l’apicoltura veniva generalmente praticata attraverso un metodo tradizionale, che prevede l’utilizzo di tronchi cavi installati sugli alberi come arnia. L’utilizzo di queste arnie tradizionali ha, però, numerosi svantaggi, connessi principalmente alla qualità del miele prodotto nonché agli effetti che queste provocano sulle api stesse, alcune delle quali muoiono durante la raccolta. Inoltre, la pratica tradizionale è anche pericolosa perché chi raccoglie il miele deve spesso arrampicarsi sugli alberi e non dispone dell’attrezzatura di protezione dalle api, mentre grazie alle arnie moderne e alle tute per l’ispezione distribuite da CEFA donne e uomini possono dedicarsi in sicurezza all’apicoltura.
La pubblicazione di questo manuale sull’apicoltura rientra in iniziative che garantiscono continuità agli interventi di CEFA e una crescita a lungo termine, anche oltre il luogo in cui sono state concepite. Il lavoro delle api può essere visto come una metafora dell’approccio ideale alla cooperazione internazionale per lo sviluppo: le api, rispettando l’ambiente e favorendone lo sviluppo, lavorano insieme per creare un prodotto di valore che consenta a molti agricoltori rurali di aumentare il loro reddito.
Perché il sesamo fa bene all’Africa?
Il sesamo è un’importante risorsa per l’Africa Orientale.
I diversi utilizzi della pianta e la sua grande capacità di adattamento a climi avversi rendono il sesamo una coltura strategica. Foglie e semi di sesamo vengono utilizzati a scopi alimentari mentre l’olio ricavato viene sfruttato dalle industrie farmaceutiche per la produzione di cosmetici, insetticidi e farmaci come antidiarroici ed antiasmatici.
La grande capacità della pianta di sopravvivere ad alte temperature ed a climi particolarmente secchi rende possibile l’utilizzo di metodi di coltivazione tradizionali, rendendo il sesamo fonte di sostentamento e potenziale fonte di reddito nei PVS.
Per questo, CEFA lavora sulla filiera del sesamo già da diversi anni in Somalia e Mozambico. In Somalia, il sesamo è uno dei settori agricoli dominanti e contribuisce per circa 300 milioni di dollari americani all’economia locale. Qui, CEFA ha creato una filiera dalla coltivazione alla vendita tramite un approccio sostenibile ed efficace. Il progetto ha formato gli agricoltori e creato una connessione diretta tra questi ultimi ed il settore privato somalo, per permettere loro di avere un diretto e sicuro inserimento dei propri prodotti sul mercato locale ed internazionale. L’approccio di CEFA segue la filiera nella sua interezza, garantisce agli agricoltori un reddito sicuro e più elevato ed assicura all’imprenditoria buone vendite ed ottimi standard qualitativi.
Prima delle attività avviate da CEFA, in Somalia, il sesamo veniva perlopiù coltivato per sostentamento e venduto limitatamente sul mercato locale. Ad oggi, la percentuale di agricoltori che in Somalia, nel distretto di Jowhar, ha sviluppato un contratto agricolo con il settore privato somalo è circa l’11%: la volontà è quella di continuare sulla strada intrapresa per rendere il meccanismo sostenibile ed autosufficiente. In Mozambico, dove la volontà è quella di muovere passi nella stessa direzione, è stato avviato un progetto simile che, tuttavia, è ancora fermo alle fasi iniziali. Si vuole verificare la fattibilità e soprattutto la necessità della creazione di un meccanismo analogo.