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L’ABC della cooperazione: la formazione in Tanzania

19 Novembre 2024

    In Tanzania, il progetto Agricon-Boresha Chai ha rivoluzionato la filiera del tè. All’interno del progetto il CEFA si è focalizzato sull’empowerment delle comunità agricole attraverso il rafforzamento delle cooperative e l’inclusione di donne e giovani. Questo progetto, che ha coinvolto 35 cooperative di contadini (22,000 membri), offrendo loro formazione e risorse per migliorare sia la produzione che la gestione delle loro attività.

    Uno dei pilastri del progetto è stato un ciclo di formazione intensivo su temi come gestione, governance e marketing ai leader. Questa formazione mirava a rendere le cooperative non solo produttive, ma anche solide e capaci di crescere in modo autonomo. A complemento, un corso intensivo di contabilità ha fornito agli addetti finanziari le competenze necessarie per una gestione più trasparente e responsabile delle risorse, un passo essenziale per assicurare la sostenibilità economica delle cooperative e la fiducia dei membri.

    L’inclusione di giovani e donne è stata un punto centrale: ogni cooperativa ha istituito comitati per la gioventù e il genere, che oggi coinvolgono 205 membri e giocano un ruolo attivo nel promuovere l’avvio di attività collaterali, come apicoltura, coltivazione di alberi da taglio e allevamento di pollame, per generare reddito e diversificare le opportunità economiche. Grazie a varie iniziative di promozione di metodi agricoli moderni e sostenibili, le cooperative hanno iniziato a sperimentare progetti innovativi come l’irrigazione e la raccolta meccanizzata del tè, aprendo prospettive di crescita anche per i più giovani.

    Il coinvolgimento delle comunità è stato potenziato da una campagna di sensibilizzazione durata 100 giorni e rivolta a 146 villaggi. Con il sostegno delle autorità locali, il progetto ha utilizzato forme di teatro partecipativo, musica, danza e giochi per coinvolgere la popolazione e sensibilizzare sull’importanza del cooperativismo, ed il valore aggiunto dei giovani in ruoli di leadership. Questo approccio innovativo ha fatto conoscere il progetto a quasi 30.000 persone, portando a un aumento significativo delle iscrizioni di giovani alle cooperative: solo nel distretto di Lupembe, 543 nuovi membri hanno deciso di entrare a far parte delle cooperative. Oltre a queste attività, il progetto ha aiutato le cooperative a presentare proposte di finanziamento. Una specifica formazione sulla scrittura di progetti ha visto la partecipazione di rappresentanti di tutte le cooperative, tra cui molti rappresentanti di genere e giovani, e ha consentito a 23 cooperative di accedere ai subgrant, per sviluppare servizi fondamentali come la raccolta meccanizzata e l’acquisto di mezzi di trasporto per accelerare il processo di lavorazione. 

    Questi sforzi hanno iniziato a dare frutti concreti, come racconta Erasto Chodota, membro del G&Y della cooperativa di Isoliwaya, che ha applicato per fondi esterni al progetto e ottenuto un prestito per implementare le sue attività, ci racconta la sua esperienza:

    «La formazione, la qualità del prodotto e la tutela del mercato sono fondamentali, […] Solo unendoci giovani e anziani, ci tuteleremo e avremo voce».

    Anche Rehema Lwambati ci spiega come ha investito i soldi ottenuti applicando a fondi esterni:

    «Sono riuscita a ottenere cinquecentomila scellini, investiti per l’affitto di un campo e piantagione di fagioli.. […] Con la vendita del raccolto, ho restituito il prestito e con il guadagno sono sono riuscita ad acquistare sei acri di terreno, ciascuno dei quali mi è costato duecentomila scellini».

    Queste testimonianze mettono in luce l’importanza della formazione, come strumento funzionale a costruire una comunità resiliente, in grado di autogestirsi e di progredire attraverso la collaborazione e l’autosufficienza economica.

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