Quando la terra torna a dare speranza: le storie di Bizunesh e Desalegn dal Wolaita, Etiopia
Quando nel 2020 il progetto WORK – Wider Opportunities, Resource and Knowledge ha iniziato le sue attività nel distretto di Offa, nel sud dell’Etiopia, Bizunesh Shiferaw e Desalegn Ganta sono stati tra i primi a partecipare.
Entrambi vivono nella zona di Wolaita, un’area rurale dove l’agricoltura è la principale fonte di sostentamento ma anche una sfida quotidiana: terreni stanchi, mezzi scarsi, poche opportunità di formazione. Con WORK, l’obiettivo non era solo aumentare la produttività dei campi, ma restituire fiducia, dignità e speranza alle persone che da quella terra dipendono.
Bizunesh: da vedova senza risorse a leader di comunità
Dopo la morte del marito, Bizunesh, 53 anni e madre di nove figli, si è trovata sola a gestire mezzo ettaro di terra ormai impoverito. Coltivava solo alimenti di base, appena sufficienti per sopravvivere. «Pensavo che la mia vita fosse finita», racconta.
L’incontro con il CEFA è stato una svolta. Attraverso le formazioni su agricoltura conservativa, compostaggio organico, gestione post-raccolto e risparmio cooperativo, Bizunesh ha imparato a rigenerare il suolo e diversificare la produzione. Oggi coltiva verdure e piante medicinali che vende al mercato, ha migliorato l’alimentazione della famiglia e riesce persino a risparmiare ogni mese.


La sua cooperativa, di cui è diventata leader, utilizza macchinari condivisi come sgranatrici per il mais e tritatrici per la manioca, riducendo le perdite e aumentando il valore dei prodotti. Bizunesh è oggi riconosciuta nel villaggio come una agricoltrice modello, capace di insegnare ad altre donne pratiche agricole sostenibili.
«Anche un piccolo pezzo di terra può fare una grande differenza», dice con orgoglio.
Desalegn: il contadino che ha trasformato la sua comunità
Anche Desalegn, 54 anni, padre di dieci figli, conosceva bene la fatica di chi coltiva la terra senza mezzi. Negli anni il suo terreno aveva perso fertilità, e il raccolto non bastava più a sfamare la famiglia.
In questi anni, grazie alle tante formazioni ha appreso nuove tecniche per mantenere la salute del suolo, conservare l’umidità, e produrre compost con risorse locali. Ha iniziato a diversificare le colture — banane, canna da zucchero, verdure — e ha ridotto l’uso di fertilizzanti chimici, con risultati immediati sulla resa e sulla qualità dei prodotti.

Diventato presidente della cooperativa locale, Desalegn ha guidato il gruppo nella creazione di un fondo comune: ogni membro risparmia 400 birr al mese, un gesto piccolo ma costante che ha permesso loro di accumulare oltre 300.000 birr e acquistare strumenti come un silos metallico e una sgranatrice per mais. Oggi la cooperativa è anche un’attività economica sostenibile, che noleggia i macchinari ad altri agricoltori e reinveste gli utili in nuove iniziative, come l’allevamento di buoi da ingrasso.

«Prima del progetto, la vita era difficile. Ora posso dare da mangiare ai miei figli, mandarli a scuola e persino aiutare i miei vicini», racconta.
Quando il cambiamento è anche dentro di sé
Per Bizunesh e Desalegn, il cambiamento più grande non è solo nei campi, ma nel modo in cui guardano a sé stessi e alla propria comunità. Entrambi sono diventati punti di riferimento, formatori e promotori di un’agricoltura resiliente e rispettosa dell’ambiente.
In un territorio segnato dal cambiamento climatico e dall’insicurezza alimentare, le loro storie dimostrano che quando le persone ricevono conoscenza, strumenti e fiducia, la terra torna a dare frutti — e con essa rinasce la speranza.
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“Riempi il Piatto Vuoto – oltre la fame” è la campagna di CEFA per togliere 100.000 persone dall’insicurezza alimentare in Etiopia, Somalia, Kenya e Mozambico. Vogliamo costruire pozzi, formare donne, rafforzare cooperative agricole e del latte. Con azioni concrete, promuoviamo autonomia, sostenibilità e parità di genere.
